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Viaggio di Istruzione 2018: MAGNA GRAECIA

a cura degli alunni di III H

Finalmente il nostro sogno si è avverato!
Nei giorni 24, 25 e 26 aprile 2018 le classi III H, III I, III A, III C, 62 alunni della nostra Scuola, hanno preso parte al tanto desiderato Viaggio d’Istruzione nella splendida Trinacria, uno degli antichi nomi dell’isola di Sicilia, terra ricchissima di storia e di bellezze naturali. Accompagnati dai nostri cari docenti, Pandolfi M.C., Montone A., Voto D., Graziano A., Martire D., che ci avevano preparato sul percorso, siamo partiti alla volta di Reggio Calabria. Qui abbiamo visitato il Museo Archeologico, vanto di questa città e del nostro Paese. Abbiamo potuto ammirare gli splendidi Bronzi di Riace, grandissima testimonianza dell’arte greco-classica, divenuti il simbolo della città di Reggio Calabria e ritrovati nel 1972 sul fondale del Mar Ionio, vicino Riace Marina. Risalenti, forse, alla metà del V secolo a.C., i Bronzi di Riace sono due statue bronzee che raffigurano due uomini nudi, molto alti, con barba e capelli ricci, originariamente armati di scudo e lancia. Subito dopo ci siamo trovati ad ammirare il Kouros di Reggio Calabria, una statua di circa 90 cm in marmo statuario di Paros, datato al VI secolo a.C. Questa raffigura un giovane nudo, ma senza gambe sotto al ginocchio e mancano il braccio sinistro e l’avambraccio destro. Presenta il tradizionale “sorriso arcaico”. E’ stato acquisito nel 2000 da parte della soprintendenza, con una sentenza del Tribunale di Reggio Calabria. Siamo rimasti incantati da queste meraviglie del passato!
Dopo una pausa pranzo sulla spiaggia di Reggio Calabria, dove la nostra bella regione e la Sicilia quasi si sfiorano, abbiamo preso il traghetto e ci siamo diretti verso Piazza Armerina in Sicilia. Qui un altro capolavoro abbiamo potuto ammirare: la Villa Romana del Casale. Questa è una villa di lusso romana, di Età tardo-imperiale, di 48 ambienti, ricca di mosaici di grande qualità, risalenti al IV secolo e rappresentanti scene di vita quotidiana, di caccia, giochi, raffigurazioni di eroi e divinità. Questo tesoro evidenzia le abitudini di vita della classe dominante romana, gli scambi culturali ed economici tra mondo romano e area nordafricana. Il nostro viaggio è proseguito verso Agrigento, l’antica Girgenti, dove ci siamo immersi nella Valle dei Templi, area archeologica della Sicilia, con strutture doriche del periodo ellenico. Corrisponde all’antica Akragas. Dal 1997 l’intera zona è patrimonio dell’umanità, redatta dall’UNESCO, è il sito archeologico più grande del mondo con i suoi 1300 ettari. Ci è sembrato di sognare! Mentre camminavamo ammirando i templi maestosi, da un lato si susseguivano immensi terreni con ulivi secolari, dall’altro, in lontananza, si scorgeva il mare. Successivamente, ci siamo recati nella contrada Caos, tra Agrigento e Porto Empedocle, alla casa natale del grandissimo poeta del Decadentismo, Luigi Pirandello. Questa casa, con la tomba vicina, oggi monumento nazionale, purtroppo, l’abbiamo potuta ammirare solo da fuori. La guida turistica ci ha parlato della storia del poeta, che già con la nostra professoressa d’Italiano avevamo approfondito ed apprezzato. A conclusione del nostro viaggio non poteva mancare un’altra perla: Taormina. Spettacolare il suo teatro di Tauromenion, di epoca greco-romana. Esso è scavato nella roccia di fronte l’azzurro del Mar Ionio, l’isola Bella ed il vulcano Etna. Durante l’Età imperiale ospitò spettacoli di lotta tra gladiatori e bestie feroci, diventando così un anfiteatro. A partire dagli anni ‘50 del secolo scorso, il teatro all’aperto viene utilizzato per spettacoli teatrali, concerti ecc. Infine, non ci siamo persi la passeggiata nel centro storico della cittadina e un po’ di shopping tra i negozi turistici, mentre dalla terrazza della Piazza principale abbiamo goduto di uno splendido panorama tra storia e mare. Le guide turistiche, in ogni luogo visitato, sono state esaustive nelle spiegazioni.
Siamo veramente soddisfatti del percorso che ci è stato offerto e vogliamo ringraziare la nostra Scuola che ci ha dato questa opportunità unica.

REGGIO CALABRIA: Museo Archeologico

a cura di -...... IIIC ...(in preparazione....)

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BRONZI DI RIACE
I Bronzi di Riace, considerati tra le testimonianze più significative dell’arte greca classica, sono due statue bronzee raffiguranti due uomini nudi, originariamente armati di scudo e lancia, divenuti simbolo della città di Reggio Calabria. (...)
I Bronzi furono ritrovati nel 1972, in eccezionale stato di conservazione, sul fondo del mar Ionio, nei pressi del comune di Riace Marina, da un appassionato subacqueo durante un'immersione a circa 200 m dalla costa ed alla profondità di 8 m. Le ipotesi sulla provenienza, sulla datazione e sugli autori delle statue sono diverse. Risalenti probabilmente alla metà del V sec. a.C., (...).
I Bronzi di Riace sono alti 1,98 e 1,97 metri e pesano 160 kg. Raffigurano due uomini completamente nudi, con barba e capelli ricci, il braccio sinistro piegato, e il destro disteso lungo il fianco. Ambedue indossavano un elmo, impugnavano una lancia o una spada nella mano destra e reggevano uno scudo con il braccio sinistro, (...).
(*) Tratto dalla Scheda sui Bronzi di Riace del MiBAC

Il Kouros di Reggio è una statua alta 90 centimetri in marmo statuario di Paros datato al VI secolo a.C. (o forse più antico). Raffigura un giovane nudo, con il dorso scolpito più plasticamente. La statua ha perso le gambe sotto al ginocchio e mancano il braccio sinistro e l'avambraccio destro.
Il kouros presenta il tipico "sorriso arcaico"; la capigliatura, colorata in rosso, si presenta come una calotta di riccioli sovrapposti, del tipo a lumachella.
La scultura in marmo greco proviene dallo scavo per il passante sotterraneo lungo la marina ed è stato acquisito nel 2000 da parte della soprintendenza con una sentenza del tribunale di Reggio Calabria.
(*) Tratto da wikipedia

REGGIO CALABRIA: Museo Archeologico
REGGIO CALABRIA: Museo Archeologico
REGGIO CALABRIA: Museo Archeologico
REGGIO CALABRIA: Museo Archeologico
REGGIO CALABRIA: stretto
REGGIO CALABRIA: stretto
Piazza Armerina: Villa Imperiale
Massenzio ?
Il proprietario della Villa: Massenzio (?)
proclamato imperatore nel 305 d.C.

a cura di Falcone Angela IIIC

La Villa romana del Casale è un edificio abitativo tardo antico, comunemente definito villa nonostante non abbia i caratteri della villa romana. Essa si trova a Piazza Armerina, in Sicilia. Dal 1997 fa parte dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Concentrandoci più accuratamente sul lato architettonico, notiamo che ognuno dei quattro nuclei della villa è disposto secondo un proprio asse direzionale. Tuttavia tutti gli assi convergono al centro della vasca del peristilio quadrangolare. La villa sarebbe il frutto di un progetto organico e unitario che vi introdusse una serie di variazioni in grado di conferire originalità e straordinaria monumentalità all'intero complesso. L'unità è suddivisa tra parti pubbliche e private.
I tempi di costruzione, furono inizialmente valutati in un periodo di cinquanta-ottanta anni, e poi ridotti a circa cinque-dieci anni. Da quello che si può notare, ha precise corrispondenze in ville africane.
L'accesso alla residenza avveniva attraverso un passaggio a tre archi, decorato da fontane e da pitture di carattere militare. Da qui si poteva accedere al complesso termale e al complesso residenziale.
Il cortile a ferro di cavallo è circondato da colonne in marmo con capitelli ionici, al centro sono i resti di una fontana quadrata. Dell'originaria pavimentazione si conserva lungo il lato nord del cortile un lacerto di mosaico bicromo con decorazione a motivi vegetali e squame. Sul lato occidentale del cortile si trovava una latrina.
Dall'ingresso alcuni gradini conducono al vestibolo: al centro di un pavimento geometrico è inserita una scena parzialmente conservata di adventus (ingresso cerimoniale) su due registri. Nel registro superiore un uomo con corona di foglie sul capo e candelabro nella mano destra, fiancheggiato da due giovani con ramoscelli in mano, sembra attendere l'arrivo di un ospite importante. Nel registro inferiore alcuni giovanetti recitano o cantano con dittici aperti nelle mani. Dal vestibolo si accede al peristilio: il mosaico presenta qui una serie di ghirlande d'alloro includenti teste di animali di molte specie diverse. L'orientamento delle teste cambia in due punti: in corrispondenza dell'ingresso dal vestibolo, e ai piedi della scala d'accesso al complesso della sala absidata sul lato orientale. Al centro del peristilio si trovava una grande fontana: due vasche semicircolari con il lato curvo rivolto simmetricamente al centro inquadravano una vasca di forma rettangolare allungata, che con due archi sui lati maggiori delineavano una circonferenza centrale.
Lungo il lato settentrionale del peristilio si aprono ambienti di varia destinazione, forse un gineceo o un hospitium. Tre vani iniziali, ambienti di servizio in funzione della cucina, e altri due in fondo, a servizio del vicino appartamento padronale, hanno pavimenti a mosaico con motivi geometrici. I due ambienti successivi sono probabilmente camere da letto (cubicula), preceduti da anticamere e con pareti decorate da pitture. La successiva sala che si apre sul lato settentrionale del peristilio, forse una sala da pranzo (coenatio) invernale, di maggiori dimensioni delle altre e con l'ingresso preceduto da due colonne, conserva il mosaico pavimentale della "Piccola caccia".
Sono raffigurate dodici scene disposte su quattro registri:
- nel primo registro dall'alto, un cacciatore e i suoi cani all'inseguimento di una volpe;
- nel secondo registro, un sacrificio a Diana, tra due uomini che portano sulle spalle un cinghiale legato e un terzo che porta una lepre;
- nel terzo registro, due uomini che spiano alcuni volatili sulle foglie di un albero, una vasta scena con il banchetto del proprietario con i suoi attendenti nel bosco, un cacciatore in atto di colpire una lepre col venabulum;
- nel quarto registro la cattura di tre cervi con una rete e il drammatico abbattimento di un cinghiale che ha ferito un uomo in una palude. Sono degne di nota le figure dei due servi nascosti dietro la roccia: uno prova a colpire la bestia con un sasso, l'altro si tocca la fronte impaurito.
Direttamente dall'ingresso monumentale della villa si accedeva ad un complesso termale, che poteva dunque essere frequentato anche da estranei e che ripete l'orientamento di un precedente edificio termale.
Il primo vano, dotato di banchine, e probabilmente utilizzato come spogliatoio (apodyterium) è decorato con un mosaico pavimentale che raffigura la padrona di casa con i due figli fiancheggiata da ancelle. Segue la tradizionale sequenza di ambienti termali romani, con frigidarium, tepidarium e calidarium.
Il frigidarium, una sala ottagonale con sei nicchie absidate sulle pareti, due delle quali utilizzate per gli ingressi. Il mosaico del vano centrale raffigura ancora una scena di pescatori con figure di Tritoni e cavalli marini. Nelle nicchie absidate, utilizzate forse come spogliatoi, è raffigurata la mutatio vestis (personaggi che si svestono o rivestono, aiutati da schiavi). Le pareti erano rivestite di marmo.
Segue un piccolo ambiente usato probabilmente per le frizioni, con un mosaico raffigurante un massaggio (alepterion), da cui si accede ad una sala allungata con absidi alle estremità che doveva essere il tepidarium, decorata con un mosaico raffigurante i giochi dello stadio (lampadedromia), scarsamente conservato. Su uno dei lati lunghi si aprono tre ambienti riscaldati (due absidati e uno con vasca) che dovevano costituire i calidaria.

La Villa Romana del Casale a Piazza Armerina, in Sicilia, è l’esempio supremo di villa di lusso romana tardo-imperiale e simboleggia l’utilizzo del territorio da parte dei Romani in quanto centro della grande proprietà sulla quale si basava l’economia rurale dell’Impero d’Occidente.
La Villa del Casale è una delle più lussuose del suo genere ed è famosa per la ricchezza e la qualità dei suoi mosaici (IV secolo d.C.), che vengono riconosciuti come i mosaici romani in situ più belli. Questo tesoro musivo testimonia le abitudini di vita della classe dominante romana e mostra le influenze reciproche tra le culture e gli scambi nel Mediterraneo antico – tra mondo romano e area nordafricana.
La villa si sviluppa in 48 ambienti (circa 3500 metri quadri di superficie) ricoperti da mosaici in perfetto stato, forse eseguiti da maestri africani, che permettono di ripercorrere la storia del più grande fra gli Imperi, con le scene di vita quotidiana, le raffigurazioni di eroi e divinità, le scene di caccia e di giochi.
(*) Tratto da Unesco e per approfondimenti

Piazza Armerina: Villa Imperiale
Piazza Armerina: Villa Imperiale
Piazza Armerina: Villa Imperiale
Piazza Armerina: Villa Imperiale
Piazza Armerina: Villa Imperiale
Piazza Armerina: Villa Imperiale
Piazza Armerina: Park Hotel Paradiso
AGRIGENTO: Valle dei Templi

a cura di Sofia Turano IIIC

La Valle dei Templi è un'area archeologica della Sicilia caratterizzata dall'eccezionale stato di conservazione e da una serie di importanti templi dorico del periodo ellenico. La valle dei Templi è anche un imponente testimonianza della Magna Gracia. Corrisponde all'antica Akragas, monumentale nucleo originario della xi di Agrigento. Oggi è parco archeologico regionale.
Dal 1997 la Valle dei Templi fa parte della lista del patrimonio mondiale dell'umanità secondo L'UNESCO. Il parco che accoglie è il più esteso parco archeologico del mondo. La Valle dei Templi raccoglie dieci templi' tre santuari e diverse necropoli.
È stata un'esperienza che rifarei tante altre volte.

La Valle dei Templi è un'area archeologica della Sicilia caratterizzata dall'eccezionale stato di conservazione e da una serie di importanti templi dorici del periodo ellenico. Corrisponde all'antica Akragas, monumentale nucleo originario della città di Agrigento. Oggi è parco archeologico regionale.
Dal 1997 l'intera zona è stata inserita nella lista dei patrimoni dell'umanità redatta dall'UNESCO. È considerata un'ambita meta turistica, oltre ad essere il simbolo della città e uno dei principali di tutta l'isola, il parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, con i suoi 1300 ettari, è il sito archeologico più grande del mondo.
(*) Tratto da wikipedia

Agrigento: Valle dei Templi
Agrigento: Valle dei Templi
Agrigento: Valle dei Templi
Agrigento: Valle dei Templi
Agrigento: Valle dei Templi
Agrigento: Valle dei Templi
Agrigento: Valle dei Templi
Agrigento: Valle dei Templi
Agrigento: Valle dei Templi
Agrigento: Valle dei Templi
AGRIGENTO

Fondata nel 581 a.C. dai coloni Rodii e Cretesi della vicina Gela, Akragas divenne in breve tempo una delle più importanti città della Magna Grecia, in Sicilia seconda solo a Siracusa.
L’area urbana aveva un’ampiezza di 456 ettari ed era circondata da mura di fortificazione con nove porte d’ingresso. La popolazione era di circa 300.000 abitanti ed era considerata “la più bella città dei mortali”.
Nel 210 a.C. venne saccheggiata dai Romani e assoggettata all’Impero ma conobbe nei secoli successivi, l’invasione e la riedificazione da parte degli Arabi che la ricostruirono sulla cima della collina in cui oggi si ammira il centro storico caratterizzato appunto dalla tipica conformazione araba, con le sue piccole viuzze e cortili che convergono verso la Via Atenea, che è da considerare anche oggi la più importante arteria della città.
La via Atenea da Porta di Ponte, attraversa interamente il centro storico e su di essa si affacciano bellissimi palazzi e numerose chiese frutto di stili di costruzione a volte totalmente diversi tra loro che contengono all’interno dei veri e propri tesori di arte sacra molto spesso sconosciuti al grande pubblico.
(...) Nel cuore vecchio della città esistono ancora piccole osterie dove si mesce il vino e si servono sarde salate ed olive schiacciate. Oggi Agrigento si estende su una superficie di 245 Kmq a 230 metri dal livello del mare e conta 55.424 abitanti.
(*) Tratto da Comune di Agrigento

Agrigento
Agrigento
Agrigento
Agrigento
Agrigento
AGRIGENTO: Casa di Pirandello

a cura di -Pandolfi Laura IIIC

Noi alunni della classe III C quest’anno siamo andati in gita in Sicilia ed il secondo giorno, 25 Aprile, abbiamo visitato la casa Natale del poeta decadente Luigi Pirandello, accanto alla quale si trova anche la sua tomba.
Esse si trovano in una contrada chiamata Caos, tra Agrigento e Porto Empedocle.
Il 28 giugno del 1867 nacque Luigi Pirandello e in questa casa lo scrittore vi passa la sua infanzia e l’adolescenza. L’8 dicembre 1949 la Casa natale viene dichiarata monumento nazionale con D.P.R. n. 1170 e nel 1952 la Regione Siciliana disponeva il suo acquisto con l’area del pino e la relativa strada di collegamento. Nel 1961 le ceneri del poeta raccolte dentro un’urna vennero cementate in un masso calcarenitico, posto sotto il “pino solitario”, un cippo di pietra trasformato in opera monolitica.
Dal 1987 la Casa natale divenne museo della Regione Siciliana. Essa conserva testimonianze storiche riguardanti il poeta.
Durante la visita siamo stati accompagnati da una guida turistica che ci ha parlato della storia del poeta, ci ha letto il suo testamento e spiegato dov’era situata la tomba e il perché il poeta fosse nato in quel paesino e non ad Agrigento.
Essendoci ad Agrigento un’epidemia di colera ai tempi della nascita di Pirandello, i genitori si trasferirono in un’isolata tenuta di campagna, dove nacque appunto il poeta.
Dopo la sua morte, lui avrebbe voluto essere cremato e le sue ceneri disperse, ma essendo questo non fattibile richiese come opzione che l’urna cineraria venisse portata in Sicilia e murata in qualche rozza pietra nella campagna dove nacque.

casa Pirandello
cippo Pirandello cippo Pirandello
casa Pirandello
TAORMINA

a cura di -Scarpelli Marco IIIC

Noi alunni della classe III C quest’anno siamo andati in gita in Sicilia, ed il terzo giorno, 26 Aprile, abbiamo visitato Taormina, più precisamente il teatro di Tauromenion, un teatro greco-romano, nel quale una guida turistica ci ha accompagnato durante la visita, spiegandoci la formazione e le origini di questo. Esso risulta scavato nella roccia e ha come panorama il mar Ionio e l'Etna.
La cavea è suddivisa in nove settori da otto scale che consentono l'accesso degli spettatori. Essa è circondata, nella parte alta, da una doppia galleria ad archi sorretti all'esterno da pilastri e all'interno da colonne di marmo. Il fondo della scena è delimitato da un muro dove sono adagiate alcune colonne residue in marmo che fanno comprendere come dovesse essere in origine. In pieno Impero l'edificio venne adattato ad ospitare spettacoli di lotta tra gladiatori e bestie feroci, trasformandosi in un vero e proprio anfiteatro. Infine, in epoca tardo antica, venne realizzato il portico alle spalle della scena.
A partire dagli anni cinquanta il teatro è stato impiegato come struttura teatrale all'aperto per varie forme di spettacolo, come spettacoli teatrali, concerti e varie cerimonie.

Taormina
Taormina
Taormina
Taormina
Taormina
Taormina
Taormina
Taormina
Taormina
Taormina
Messina e lo Stretto

Conclusione delle interessanti visite e....ritorno a casa.
Stanchi ma soddisfatti!

Messina e lo Stretto
Taormina

kouru

foto e postproduzione domenico martire (alcune foto sono state riprese da alunni e docenti )

web master Animatore Digitale Domenico Martire
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